A conclusione della cinquantesima sessione su Pandemia e Autoritarismo, svoltasi nella sede della falcoltà di giurisprudenza dell’Università di San Paolo, il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) ha emesso una sentenza di condanna contro il Presidente Jair Messias Bolsonaro per crimini contro l’umanità, e per aver causato la morte di migliaia di persone come conseguenza delle politiche di prevenzione del Covid-19. Nello specifico, il TPP ha ritenuto che il rifiuto della politica di allontanamento, isolamento, prevenzione e vaccinazione contro la pandemia di Covid-19 abbia portato migliaia di persone alla morte, soprattutto se appartenenti ai gruppi più vulnerabili della società brasiliana, ovvero popolazioni indigene, nere e comunità quilombolas. Il Tribunale ha sostenuto che, «contrariamente alla posizione unanime degli scienziati di tutto il mondo e alle raccomandazioni dell’OMS, Bolsonaro non solo ha fatto in modo che la popolazione brasiliana non adottasse le previste per limitare l’infezione, ma ha più volte creato vari ostacoli ad essi, frustrando i tentativi del suo stesso governo di stabilire politiche di protezione della popolazione dal virus». (Sentenza, p. 16). Il Tribunale ha inoltre osservato che tali crimini si sono consumati nel contesto più generale di una politica specificamente e gravemente discriminatoria diretta nei riguardi delle popolazioni indigene, nere e quilombolas tale da configurare una responsabilità penale diretta per grave violazione dei diritti umani. Nello specifico caso delle popolazioni indigene, il Tribunale ha considerato che la situazione di repressione del loro diritto alla vita coincide con un processo di genocidio progressivo, goccia a goccia, da necessitare una risposta urgente e diretta della Corte Penale Internazionale in quanto organo giuridico direttamente competente.
- Atto di Accusa: Inglese – Portoghese
- Testo della sentenza: Portoghese