Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP), fondato nel 1979 nel contesto della Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli, e in relazione al suo Statuto, ha aperto una procedura per indagare gli impatti ambientali dello sviluppo in Papua Occidentale e le violazioni dei diritti umani connesse a tali pratiche. Il TPP è stato richiesto da alcune delle più importanti organizzazioni per i diritti umani con sede in Papua Occidentale e in Indonesia, insieme alle più importanti ONG internazionali per i diritti umani e l’ambiente che lavorano in quest’area, e che sono coordinate dal Centro per i crimini climatici e la giustizia climatica con sede presso la Queen Mary University di Londra.
Durante le udienze pubbliche (Queen Mary University of London Mile End Campus, 27-29 giugno 2024), il TPP esaminerà una serie di prove sull’impatto ambientale dello sviluppo nella regione e sulle violazioni dei diritti umani e le esecuzioni extragiudiziali commesse contro i papuani occidentali che, sin dal tempo della decolonizzazione nel 1989, rivendicano il loro diritto all’autodeterminazione (accedi al programma). In particolare, le organizzazioni richiedenti hanno chiesto che il Tribunale esamini le prove dello sfollamento forzato delle popolazioni indigene, dell’esaurimento e dell’avvelenamento delle riserve idriche e della distruzione degli ecosistemi locali legati al disboscamento, alle piantagioni di palma da olio e all’estrazione di minerali.
Secondo l’atto d’accusa (English – Bahasa), che sarà formalmente presentato il 27 giugno, l’oggetto della denuncia “è radicato in relazioni sociali ed economiche fondamentalmente diseguali che consentono di imporre la politica industriale indonesiana al popolo della Papua occidentale contro la sua volontà. Le tecniche militarizzate di controllo sociale che l’accompagnano assicurano la continuazione di queste relazioni sociali ed economiche diseguali”. Come richiesto, il Tribunale andrà oltre i paradigmi giuridici esistenti per esplorare e ripristinare il rapporto tra i diritti dei popoli e i diritti della terra.
In base al suo Statuto, il TPP ha notificato l’atto d’accusa alle autorità indonesiane per riconoscere pienamente il loro diritto alla difesa.
Il panel dei giudici, nominato dal Presidente e dalla Segreteria generale del TPP, è integrato da, in ordine alfabetico: Teresa Almeida Cravo (Portogallo), Donna Andrews (Sudafrica), Daniel Feierstein (Argentina), Marina Forti (Italia), Larry Lohmann (Regno Unito), Nello Rossi (Italia) e Solomon Yeo (Isole Salomone).
Per partecipare, online o in presenza, occorre registrarsi qui.
Per maggiori informazioni: ppt@permanentpeoplestribunal.org
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Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) è un tribunale di opinione internazionale competente a pronunciarsi su ogni grave crimine commesso a danno di popoli e minoranze. Nasce a Bologna nel 1979 grazie all’intuizione del giurista e politico Lelio Basso e nel contesto della Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli (1976). In diretta continuità con i Tribunali Russell sul Vietnam (1966-67) e sull’America Latina (1973-76) viene trasformato in un’istituzione permanente, capace di dare voce e visibilità a quei popoli costretti a misurarsi con l’assenza di diritto e l’impunità. Il Tribunale è composto da una rete di esperti e personalità riconosciute a livello internazionale, di volta in volta convocate per la giuria di ciascuna sessione. Con le sue sessioni e sentenze il Tribunale ha dato visibilità a numerosi casi di gravi violazioni dei diritti umani, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e genocidio. Di recente ha esteso i suoi ambiti di competenza anche ai crimini economici, ecologici e ai crimini di sistema. La sua sede è a Roma, presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso, in via della Dogana Vecchia 5.