Domani ricorre l’anniversario della morte di Nallelly Sepúlveda e di Edison David, membri della Comunità di Pace di San José de Apartadó (CdP), Colombia, uccisi con arma da fuoco il 19 marzo 2024 nella loro abitazione de Las Delicias, località La Esperanza. A dispetto del suo nome, La Esperanza e, in generale, la Serranía del Abibe (la CdP ha fondato il suo progetto di pace, ritorno, autogestione comunitaria e vita in alcuni dei territori di questa catena montuosa) rappresentano oggi uno degli scenari della riformulazione della logica della violenza nell’Urabá Antioqueño. Quest’ultima risponde principalmente a interessi economici di gruppi armati illegali e a una cultura paramilitare sempre più in grado di penetrare e dividere le organizzazioni sociali, e di condizionare le scelte delle istituzionali locali.
Il Tribunale ha incontrato la Comunità in occasione della delegazione internazionale della Rete europea di sostegno alla CdP, recatasi in Colombia nella seconda metà di marzo per celebrare il ventisettesimo anniversario della sua fondazione avvenuta il 27 marzo 1997. Il duplice omicidio si è consumato a pochi giorni dal riconoscimento di alcuni territori della Comunità come Zone di preservazione ambientale, uno dei quali, chiamato Porvenir, ovvero Futuro, è stato intitolato a Lelio Basso.
La notizia dell’uccisione di Nallely ed Edinson, di 31 e 15 anni, ha suscitato l’indignazione delle istituzioni del governo centrale, le rappresentanze diplomatiche in Colombia, le organizzazioni sociali, la Chiesa e il mondo accademico. Come ha ricordato Papa Francesco il 25 marzo scorso, la Comunità è riconosciuta internazionalmente per il cammino di pace compiuto prima e dopo gli accordi del 2016. Non ci sono dubbi sul fatto che il tragico evento è una manifestazione della difficile fase di implementazione degli accordi e dello scollamento sempre più evidente tra la volontà istituzionale centrale e quella locale.
In occasione di questo anniversario, il TPP rimanda alle analisi e alle raccomandazioni della lettera promossa dalla delegazione internazionale della Rete europea e firmata da numerosi esponenti del mondo accademico. La garanzia di esistenza del progetto di vita della Comunità passa necessariamente per un piano di pacificazione territoriale che richiede azioni congiunte delle istituzioni nazionali e locali e l’accompagnamento attento della comunità internazionale. È tempo di riconoscere e garantire il diritto alla pace della Comunità e di tutta la Colombia.