TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI
SESSIONE IN DIFESA DEI TERRITORI DEL CERRADO
Udienza tematica sull’acqua
30 novembre – 1° dicembre 2021
8:30-12:30, ora di Brasilia – 12:30-16:30, ora italiana
Dichiarazione della giuria del TPP
10 dicembre 2021
14:00-15:00, ora di Brasilia – 18:00-19:00, ora italiana
Per seguire i lavori dell’udienza in portoghese:
Per seguire i lavori dell’udienza in spagnolo: https://forms.gle/rj8DT1XiSFCGjvZE9
Il 10 settembre scorso il Tribunale Permanente dei Popoli ha aperto la sua 49° sessione dedicata ai territori del Cerrado e alle popolazioni che lo abitano. Nel corso della sessione inaugurale, la Campagna nazionale in difesa del Cerrado, che comprende 50 movimenti e organizzazioni sociali del Brasile, ha presentato pubblicamente l’atto di accusa alla giuria del Tribunale Permanente dei Popoli. In esso, lo Stato brasiliano, Stati esteri, organizzazioni internazionali e imprese transnazionali sono indicati come responsabili di ecocidio e di genocidio culturale dei popoli del Cerrado accedi al resoconto, al video integrale dell’evento di apertura e al video di sintesi).
La Sessione del Tribunale si articolerà in tre udienze tematiche: sull’acqua (30/11-01/12/2021), sulla sovranità alimentare e sociobiodiversità (15-16/03/2022) e su terra e territorio (07-08-09/06/2022). Nel corso della sessione del TPP verranno presentati 15 casi che coinvolgono territori, comunità contadine e popoli indigeni degli Stati di Bahía, Goiás, Maranhão, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Minas Gerais, Piauí e Tocantins (accedi alla mappa dei casi). La raccolta delle prove e della documentazione è il risultato di un ampio processo di ascolto e analisi che ha interessato le comunità e le organizzazioni che compongono la Campagna.
L’udienza sull’acqua che sta per realizzarsi prenderà in esame le modalità di appropriazione e sfruttamento delle risorse idriche (fiumi e falde acquifere del Cerrado) e la loro contaminazione. Durante i lavori, sarà possibile ascoltare le testimonianze delle comunità e degli esperti su sei casi considerati come emblematici di una tendenza di espropriazione e di sfruttamento che affonda le radici nelle politiche promosse sin dall’epoca della dittatura brasiliana e che, negli ultimi anni, hanno accelerato il processo di riconfigurazione ambientale, territoriale e sociale di cui il Cerrado è divenuto protagonista. I sei casi intendono evidenziare il nesso tra l’appropriazione delle risorse e «l’ingiustizia idrica», a supporto dei crimini denunciati nell’atto di accusa. Essi riguardano: i territori tradizionali del Fecho de Pasto, i popoli indigeni Krahô-Takaywrá e Krahô Kanela, le comunità del Nord di Minas Gerais, le comunità di Cachoeira do Choro e di Macaúba e i territori tradizionali di Geraizeiro do Vale das Cancelas, interessati dalle attività delle imprese produttrici di soia e minerarie.
La giuria del TPP rilascerà la sua dichiarazione il 10 dicembre 2021. Essa è composta da: Antoni Pigrau Solé, professore di diritto internazionale dell’Università Rovira i Virgili di Tarragona, Spagna; Deborah Duprat, giurista ed ex Vice Procuratrice Generale della Repubblica del Brasile; Mons. José Valdeci della Diocesi di Brejo, Brasile; Eliane Brum, giornalista brasiliana; Enrique Leff, economista e sociologo ambientale messicano; Rosa Acevedo Marín, sociologa venezuelana e docente presso l’Università Federale del Pará; Silvia Ribeiro, giornalista e ricercatrice uruguaiana del Gruppo ETC; Sônia Guajajara, leader indigena e coordinatrice esecutiva dell’APIB (Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile); Teresa Almeida Cravo, docente portoghese di relazioni internazionali presso l’Università di Coimbra. Fa parte della giuria anche Philippe Texier, giurista francese e attuale presidente del TPP.
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Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) è un tribunale di opinione internazionale competente a pronunciarsi su ogni grave crimine commesso a danno di popoli e minoranze. Nasce a Bologna nel 1979 grazie all’intuizione del giurista e politico Lelio Basso e nel contesto della Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli (1976). In diretta continuità con i Tribunali Russell sul Vietnam (1966-67) e sull’America Latina (1973-76) viene trasformato in un’istituzione permanente, capace di dare voce e visibilità a quei popoli costretti a misurarsi con l’assenza di diritto e l’impunità. Il Tribunale è composto da una rete di 70 esperti e personalità riconosciute a livello internazionale, di volta in volta convocate per la giuria di ciascuna sessione. Con 48 sessioni e sentenze il Tribunale ha dato visibilità a numerosi casi di gravi violazioni dei diritti umani, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e genocidio. Di recente ha esteso i suoi ambiti di competenza anche ai crimini economici, ecologici e ai crimini di sistema. La sua sede è a Roma, presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso, in via della Dogana Vecchia 5.