La terza sessione del Tribunale Permanente dei Popoli sullo Sri Lanka si è conclusa con la presentazione della sentenza il 25 settembre 2023. Attivisti per i diritti umani provenienti da Asia, Africa, Europa e America Latina hanno partecipato – virtualmente e in presenza – ad una manifestazione di solidarietà tra i popoli, sottolineando ulteriormente il ruolo del Tribunale come istituzione all’ascolto delle istanze dei popoli.
Questo evento rappresenta la terza fase di un lungo e profondamente significativo processo del Tribunale Permanente dei Popoli. Fa seguito alle due precedenti sentenze pronunciate a Dublino nel 2010, a ridosso del massacro della popolazione dell’Eelam Tamil da parte del governo dello Sri Lanka, e a Brema nel 2014, dove è stata presentata una sentenza esaustiva che qualifica gli eventi come genocidio in accordo con quanto stabilito dal diritto internazionale nonché il quadro delle connivenze nelle responsabilità dirette e indirette che hanno garantito la negazione dei diritti del popolo Tamil.
La Sessione di Berlino ha perseguito un duplice obiettivo, attraverso l’esame approfondito di nuove testimonianze, relazioni e documenti per:
- Evidenziare l’infondatezza della designazione di terrorista, che porta alla negazione dei diritti della popolazione Tamil.
- Evidenziare l’unicità e la resilienza del modello societario del popolo Tamil, nel quale le donne rivestono un ruolo centrale e, di conseguenza, anche le vittime più tragiche e resistenti.
- Affrontare la portata della responsabilità dei governi degli Stati Uniti e del Regno Unito nel deragliare (deviare?) i processi di pace, spesso con il tacito sostegno dei paesi membri dell’Unione Europea, innescando così la traiettoria genocida.
La sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli sullo Sri Lanka rappresenta un momento significativo nella ricerca di giustizia e responsabilità nel conflitto in Sri Lanka, dal momento che richiama l’attenzione internazionale sul ruolo degli Stati Uniti nei tragici eventi che si sono verificati nel Paese.
Secondo quanto affermato dal Tribunale, la politica degli Stati Uniti ha reso lo Sri Lanka una risorsa militare geo-strategica, violando i diritti fondamentali dei Tamil, con ampie implicazioni per la pace regionale e globale. I giudici hanno sottolineato anche le preoccupazioni relative alle più ampie ripercussioni geopolitiche di questa politica nella regione dell’Oceano Indiano.
Composizione della giuria:
Denis Halliday (già assistente del Segretario generale delle Nazioni Unite e insignito del Premio internazionale Gandhi per la Pace)
Javier Giraldo Moreno (Vicepresidente del Tribunale Permanente dei Popoli e teologo della liberazione colombiano)
Ana Esther Cecena (direttrice dell’Osservatorio geopolitico latinoamericano e docente presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico)
Flavia Carvalho (giudice aggiunto della Corte suprema brasiliana e femminista afro-brasiliana)
Lourdes Esther Huanca Atencio (Presidente della Federazione Nazionale delle Donne Contadine, Artigiane, Indigene, Native e Salariate del Perù)
Feliciano Valencia (già senatore colombiano, leader indigeno Nasa della regione del Cauca)
Na’eem Jeenah (direttore esecutivo del Centro Afro-Medio Orientale in Sudafrica e già presidente del Movimento Giovanile Musulmano Sudafricano)
Liza Maza (Segretaria generale della Lega Internazionale di Lotta Popolare (ILPS) e già membro della Camera dei Rappresentanti delle Filippine)
Lonko Juana Culfunao Paillal (leader della comunità indigena Mapuche del Cile sud-occidentale, impegnata nella lotta per la sovranità del suo popolo e fondatrice della Commissione Etica contro la Tortura)
Junaid S. Ahmad (Direttore del Centro per lo Studio dell’Islam e della Decolonialità (non so se si dice così, forse meglio riportare il nome in inglese), Islamabad e Fondatore e Presidente del Palestine Solidarity Committee, Pakistan)
Gianni Tognoni (Segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli)